Ferite vecchie di una vita

Artù abbaia nella nebbia
qualcosa gli fa male dentro
vede solo ombre
e non sa cos'è la morte.
Vive di odori
unica cosa illesa,
che dal suo solo occhio
piantato in mezzo al muso
gli attraversano il cervello
come colori puzzolenti.

Fuori dai nostri orti di sabbia
giovani avidi d'acqua
mangiano plastica selezionata.

Quel po' di cattiveria
rimasta anche oggi
qui
e nell'aria
non farà star meglio
neanche i giardini dentro i cuori.

La timidezza
come un monte lunare
schiaccia impietosa
gli orizzonti dell'amore.
Chi arriva qui
come un nero re magio
porta un po' del suo dolore.
Chi va via
lascia un po' del suo dolore,
"non c'è nulla a parte me"
sembra dire
"nulla
a parte il mio disagio".


Mentre là fuori
un mondo attonito e avvelenato
continua ad ingoiare
sadismo, eros e cocacola.


Nel circo di tutti i giorni
trapezzisti stronzi e pretenziosi
pensan forse d'esser coraggiosi
e con la promessa di uno schianto
tenuta stretta forte tra le dita
mostran spavaldi come un vanto,
ferite vecchie di una vita.

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